INCONTRO CON RIGOBERTA MENCHU’ TUM

Nata nel villaggio San Miguel de Uspantàn, del Dipartimento del Quiché (parte nord-occidentale del Guatemala ) il 9 gennaio del 1959, Rigoberta Menchù fin da piccola lavora nei campi dei latifondi, cr

Nata nel villaggio San Miguel de Uspantàn, del Dipartimento del Quiché (parte nord-occidentale del Guatemala ) il 9 gennaio del 1959, Rigoberta Menchù fin da piccola lavora nei campi dei latifondi, crescendo tra discriminazione, sfruttamento, repressioni, ignoranza e desiderio di riscatto contro gli abusi dei militari ai danni dei campesinos ed ogni forma di dominio straniero. A soli 20 anni è già nell'organizzazione sindacale del CUC (Comitato di Unità Contadina) e comprende subito che la liberazione non può avvenire se non attraverso l'apprendimento della lingua, la non violenza, l'istruzione.
Per questo suo volere di giustizia sociale, il vescovo primate del Guatemala, Juan Gerardi, quando, nell'aprile del '98 tre giorni prima di essere assassinato, consegnò il rapporto della Chiesa cattolica sul genocidio in Guatemala, scelse la Menchù come una delle rappresentanti delle famiglie-simbolo di questa tragedia. Rigoberta Menchù, fuggita non ancora ventenne dal suo Paese, incominciò a lavorare subito per la pacificazione con i Cuc.
Nel 1983, invitata in Europa da organizzazioni umanitarie per testimoniare la sua vicenda, raccontò ad Elisabeth Burgos non solo la drammatica esperienza personale vissuta , ma anche i segreti maya che avevano permesso al suo popolo di sopravvivere a cinquecento anni di conquista. Dal 1986 diventa membro del Consiglio dell'ONU per i diritti degli indios e nel 1992, 500 anni dopo la scoperta dell'America, a Stoccolma le viene assegnato il premio Nobel per la pace, in riconoscimento della sua attività e del messaggio civile e di giustizia sociale che rappresenta. Attualmente ricopre il ruolo di ambasciatrice di Buona Volontà per la Cultura della Pace presso l'UNESCO, ed la sua è una delle più coraggiose voci di donna che si alza, anche in campo internazionale, contro l'emarginazione e l'ingiustizia sociale, politica, culturale delle minoranze etniche. Anche grazie alla sua opera, e a quella di quanti l'hanno sostenuta, il Guatemala è il primo vero esempio di pacificazione, dimostrando che la resistenza sviluppata con un paziente lavoro di formazione delle coscienze è superiore alla mera lotta armata.
Lecce
info: www.salentonegroamaro.org